Dario Ballini è nato a Grezzana (Verona) il 21 dicembre 1929. Fin da ragazzo, quando, alunno delle elementari, vince con un suo disegno di paesaggio un premio nazionale, ha coltivato la passione per la pittura. Agli inizi degli anni cinquanta entra nella scuola come insegnante di disegno e materie artistiche, professione che lascia alla metà degli anni sessanta, per entrare nel mondo dell'industria, dove tuttora opera come dirigente. Dopo un periodo di silenzio produttivo - costretto dagli impegni e forse anche da una maturazione in atto - che va dal 1965 al 1978, anno dell'importante Esposizione personale presso la Galleria San Benedetto di Brescia presentato da Raffaele De Grada, la pittura di Ballini si mantiene lontana dai clamori e dalle mode che, in quegli stessi anni, dissol vevano l'immagine, e va crescendo solitaria e appartata, in piena libertà da formule e schemi, come "...fioritura libera e spontanea delle immagini della natura trasfigurata...".
Da segnalare, tra le diverse esposizioni, la Personale alla Galleria Casini di Milano del 1980, la Personale presso la Galleria dello Scudo di Verona del 1989, presentata da Vittorio Sgarbi e Alessan dro Mozzambani e quelle presso lo show-room Agorà di San Giovanni Lupatoto (Verona) nel 1981 e nel 1991.
Tra le opere donate al Museo spicca quella Contrada in Valpantena, del 1993, dove ancora una volta la pittura di Ballini si propone come rivisitazione del “suo” ambiente, del “suo” paesaggio - quella Valpantena e quella Lessinia, zone collinare quasi archetipe del “mondo” veronese - amato e vissuto fino a identificarsi e, insieme, rivelarsi con esso.