Giunto alla maturazione di una forte e originale personale forma di pittura dopo un lungo cammino di ricerche sperimentali per cammini diversi, riccamente dotato di esplosioni creative a getto continuo, Augusto Boschieri è, da ultimo, approdato, attraversando tecniche diverse e diversamente espressive, ad un punto in qualche modo supremo dell’arte del dipingere. Infatti, dopo avere negli anni passati creato e diretto una multiforme attività di artigianato industriale volto alla produzione in svariate forme di ceramica artistica con una produzione preziosa di vasi, multiformi piatti di ogni genere, lampadari e lampade di diverso uso, sempre elaborando per ciascuna forma oggettuale le basi di un proprio disegno inventivo, non cessò mai di ampliare le proprie doti di una incoercibile passione per i più liberi spazi creativi più propri di una autentica e libera forma dell’arte del dipingere, entrando a misurarsi in opere più propriamente e inventivamente pitturali. Così, per un temperamento di vivacissima e vulcanica attività, sempre pronto a mettere le mani nelle più disparate materie per cavarne nuove forme o colori o aiutare il giusto compimento delle forme, ogni sua attività ha operato a spingerlo verso la pittura, partendo dalle pratiche disegnative per la ricerca e l’attuazione di nuove forme plastiche, attraversando le tecniche delle diverse rese dei colori anche a varie temperature; tutto ha contribuito a dirigere l’atto creativo di Augusto Boschieri verso una dominante pittorica, quale l’ultima sua produzione che interamente ormai può riempire il lavoro delle sue giornate, e si ritrova in queste sue recenti opere, nella particolare e suggestiva forma in cui ci viene presentata. Si tratta di una pittura di una originale maturità coloristica e formale che merita particolare attenzione. Notevole è una eccezionale tecnica di uso del colore. Può ricordare la pratica - o, almeno - l’intenzionalità se non il modo della pratica stessa messa in atto, mezzo secolo fa, in modo originale da Jackson Pollock in America. Pollock intendeva evitare l’uso dei pennelli e di altri strumenti di stesura per usare il colore nella sua purezza e, per questo, li faceva colare direttamente dai barattoli sulla tela. Boschieri è giunto allo stesso uso del colore puro, senza tuttavia una integrale tecnica di colatura dei singoli colori, ma seguendo i coli colati su leggere lamine di zinco con spugne o carte impugnate per qualche correzione o forma di cammino del colore fresco. I risultati sono quelli di una ritmica coloristica vibrante come un campo musicale, ricco di note accordate, spesso di sorprendenti sonorità sinfoniche. Così un uomo ricco d’invenzione e di avventura è giunto alla sua più vera pittura, come valido risultato d’arte e di comunicazione dopo un lungo cammino di instancabili ricerche vittoriose. Ne è uscita una pittura di notevole originalità musicale, ossia ritmica, perché costituita più che da misure o geometrie spaziali, da un complesso ritmico di “tempi bene ordinati”, dove il ritmo batte nell’immediatezza del gesto corporeo, fuori dalle esplicitazioni spaziali, mantenendo la sua purezza temporale implicita.