Anna Caser è nata a Verona nel maggio del 1943 da una famiglia, veneziana di origine, che annovera notevoli tradizioni artistiche a partire da Ettore Caser (cresciuto a Venezia alla scuola di Ettore Tito e di De Maria, che piantò uno studio a New York), i cugini veronesi Guido e Nurdio Trentini, il piemontese Barabino. Si aggiunga poi che la casa era frequentata da noti artisti come Emilio Scaravino, estroso ricercatore di nuove strutturazioni formali, o Fiorenzo Tomea.
Conseguita la maturità artistica e l'abilitazione all'insegnamento del disegno a Genova nel 1961, entra in uno studio grafico e di arredamento, attività che ha modo di perfezionare a Torino nello Studio Sanguineti. Ad Albisola, regno della ceramica, la Caser aveva, inoltre, frequentato il laboratorio di ceramica artistica di Rocco Borella subendo il fascino di questa tecnica.
Al periodo di formazione genovese, segue negli anni 1969-1972 un fecondo periodo romano ricco di incontri, di approfondimenti conseguente ai corsi di specializzazione in figura e teoria del colore con Rolando Monti presso l'Accademia delle Belle Arti e che culmina con la prima uscita pubblica nella Personale alla galleria "Della Pigna" con una presentazione di Marcello Venturoli.
Segue un successivo periodo compreso tra gli anni 1972-1985, diviso tra Ispra e Castiglione Olona nell'area della provincia di Varese, dal forte impegno organizzativo nel campo artistico e politico, segnato dall'arricchimento di nuove esperienze scenografiche, grafiche e cartellonistiche.
Con l'arrivo a Verona nel 1985 si dedica alla pittura a tempo pieno dividendosi tra le numerose Mostre e l'organizzazione di manifestazioni artistiche e di importanti attività come il laboratorio di ceramica artistica presso la scuola media di Roncà e l'attività scenografica teatrale a Sommacampagna.
Artista aperta alle grandi voci della cultura artistica internazionale, Anna Caser, partita dalle esperienze neocubiste negli anni '70, è andata sempre più avvicinandosi alla grande e difficile lezione di Paul Klee: la lezione delle leggi relative alle genesi dei mondi possibili in cui l'artista si rende conto delle caratteristiche fortemente attive e creatrici, non più meramente passive e riproduttive, della visione. Abbandonato il naturalismo ingenuo, lasciata l'opera di riproduzione passiva della natura, l'artista ne esplora le leggi interne "... di perenne generazione di ogni possibile mondo così da viverle nella costruzione delle forme immaginative".
Dedita allo studio della costruzione strutturale dell'opera e delle sue leggi di volta in volta scoperte e sperimentate, la Caser, ispirandosi alla Fisica teorica del Caos che pone dinamiche strutture di "ordine" nella diveniente vita interiore del Caos, perviene nella produzione più recente (come nel caso dell'opera donata al Museo "Verso sera", 1994) all'uso della frattalizzazione modulare "... per cavar fuori dal nulla caotico dello spazio grafico vuoto la nascita di imprevedibili ordini per serialità successive di piccoli moduli, fino ad ottenere la complessità, artisticamente vivente, dell'immagine racchiusa in un proprio ordine "ben temperato".