Luciano De Marchi nasce a Villaga (Vicenza) nel 1957 sui dorsi ubertosi dei Colli Berici, in terra di boschi, di uliveti e filari di viti. Assorbe nell’aria nativa la vita dolce e profumata la vita delle erbe e delle piante che si protendono a braccia arquate. Intorno alla casa ed ai giardini c’è profumo di legname, il legname arboreo che costituirà la materia prima ed amata della sua scultura. I fossi e la terra battuta della sua prima adolescenza felice mostrano le contorte radici dei grandi alberi e offrono incontri di meravigliose conchigliette fossili che lo ammaestreranno con le loro molli curve malematiche e con la meraviglia delle loro contorte e lievi superfici irridescenti. Di tutto questo, dedicatosi appassionatamente a scolpire fin dai primi anni più giovani, mosse l’intelligenza delle mani a creare forme sotto il fascino stesso delle formazioni organicamente vive della natura incontrata sui suoi passi.
Fu così che Luciano De Marchi si ritrovò scultore di legni e di pietre. L’occasione di un fare quotidiano fu poi offerta da alcune circostanze famigliari. Egli era il secondo di quattro fratelli che, verso la metà degli anni Settanta, si trovarono a unire i loro diversi istinti e momenti di irruenti passioni artistiche, per dare inizio ad una impresa di lavoro comune. Questo si concretò in una fortunata fabbricazione di maschere in cuoio — alla cui realizzazione contribuì in particolare il fratello Giorgio - che trovarono validi riconoscimenti della critica d’arte ed ampia diffusione, non solo a Venezia, ma per molti ambienti e collezionisti in Italia e fuori. Ora, per dar vita alle maschere di cuoio occorreva un lavoro a catena tra i fratelli: chi a dipingere e verniciare, chi a studiare la forma e il disegno, chi a ricercare la recettività dei luoghi interessati e chi, fondamentalmente, a preparare il calco in legno che doveva fare da base esecutiva della particolare forma progettata. Questa si poteva ottenere martellando il cuoio sopra la scultura lignea, con sapienza dilatativa in ogni punto della matrice, per passare poi alla coloritura. Qui Luciano De Marchi perfezionerà la sua tecnica migliore e notevolmente ricca di stilisiche formali e materiali, nella pratica quotidiana della scultura. Non tralasciando poi, accanto al lavoro dedicato alle maschere, l’invenzione e l’originale elevazione di vere e proprie sculture personali, che finirono per aprirgli la strada ad una propria e preziosa capacità di forme di alta immaginazione e di sempre più salda sapienza stilistica. Fino alle sue Esposizioni personali ed all’ormai notevole successo per il pubblico e per la critica più avvertita. (D.F.)