Antonio Iacovetti è nato a Pescara il 25 giugno 1938. Impiegatosi presso l'Amministrazione Regionale a Pescara, aveva iniziato ad occupare il suo tempo libero sfogando la passione per il disegno. Specializzan dosi, in seguito, come disegnatore satirico ed illustratore, iniziò una collaborazione con diversi quotidiani nazionali come "Il Tempo", "Il Messaggero", il "Guerin Sportivo", la rivista "Parsifal" e altre testate.
Uomo schivo e taciturno, con grande pazienza costruttiva - (le sue opere, infatti, talvolta richiedono anche mesi di lavorazione) -, dal 1985, fino alla prematura scomparsa nel 1999, ha continuato a disseminare su grandi fogli da disegno una popolazione inquietante di figure e figurazioni che scaturiscono dal continente senza tempo dei simboli oscuri dell'inconscio. "Le sue creature vengono da un mondo storico e, nel contempo, sotterraneo, guerriero e cavernicolo, drammaticamente in lotta quasi sempre. Hanno volti pietrosi, fieri ed accigliati, vengono da continenti lontani, han dentro vecchi spiriti di separazione e di dominio; ma parlano insieme della conflittualità dell'anima contemporanea".
Autodidatta che non ha conosciuto la mediazione di Accademie, Correnti o Scuole, Iacovetti libera un mondo di figurazioni che possiede la cifra - nota ancora Formaggio - dei visionari e dei metafisici, dei Bosch o di un certo Goya. Anche nell'opera donata al Museo (Sotto le mura di Troia, 1986) si può notare la complessità di queste costruzioni assolutamente precise e micrometriche, fatte di migliaia di trattini e punti, la cui drammatica tragicità "... è data dalla risoluzione scheletrica e macchinistica dei corpi e degli arti dei personaggi in lotta tra di loro, nonchè dal comparire un po' dovunque di spade, di punte acuminate, di misteriosi marchingegni sempre scrupolosamente descritti in ogni particolare."