Alessandro Zenatello nacque a Monteforte d'Alpone il 7 dicembre 1891. La madre morì di parto e più tardi sulla famiglia orfana scesero nuove ombre di infelicità per qualche dissesto finanziario.
Dopo deludenti prove all'Accademia Cignaroli di Verona e all'Accademia di Venezia, Zenatello, natura chiusa e quasi scontrosa, lasciata la famiglia appena diciassettenne, si ritirò a lavorare tutto solo in una villa di amici presso la Rocca di Caldiero, poco sopra le Antiche Terme Romane di Giunone, dove rimase fin verso il 1938.
Dopo una prima presenza alla Biennale di Venezia del 1912, partecipò all Esposizione di Torino nel 1918 raggiungendo una notorietà anche internazionale dato che nel 1921 lo troviamo con ben 10 quadri (tra i quali una "Processione", la "Pastorale", il "Canto della sera") all'esposizione internazionale di Vienna promossa dalla Associazione Artistica Viennese.
Certamente influenzato dalle tecniche e dalle forme vagamente Liberty della pittura e degli affreschi (più tardi divenendo egli stesso affreschista) del pittore Mattielli e dagli incontri nell'ambiente veronese con Guido ed Attilio Trentini, Angelo Zamboni, Guido Farina, Albano Vitturi e lo stesso Umberto Moggioli - tutti operanti sotto le spinte innovative di Felice Casorati - partecipò tra il 1918 ed il 1921 alle numerose Mostre di Verona e di Ca' Pesaro a Venezia.
Sposatosi nel 1938 con Ines Marangoni (modella del notevole quadro intitolato appunto INES) e messa su casa ai piedi della Rocca, Zenatello intraprende, fino alla morte sopraggiunta nel 1977, una attività instancabile di pittore - essendo ormai numerosi gli estimatori della sua arte - e di affreschista, giungendo ad avere una quindicina di aiutanti decoratori. Da ricordare della sua attività di affreschista, ligio alle antiche leggi dell'intonaco e dell'arriccio, la Madonna Assunta nella parrocchia di Garda, la scena in cui Cristo scaccia i mercanti dal Tempio realizzata nella parrocchiale di Fumane ed in quella di Caldiero, e la "celebrazione della natura" a cui fa cenno, in una presentazione, Franco Ceriotto, realizzata nella Villa Stefani di Noventa Vicentina.
Note critiche affrettate hanno parlato di Zenatello come di un pittore "macchiaiolo". Ma tale etichetta non rende giustizia - se un legame si vuole stabilire tra la sua arte ed il ricordo di Fattori che talvolta ritorna nelle sue tele - "...di una forte e nativa semplicità, diffidente di studi e di Accademie e tutto immersa nell'austera, solenne, poesia della Natura". Teso unicamente a dire la musica ed i colori della natura e dell'amato paesaggio che dalla fertile piana di Caldiero si spinge fino ai dolci pendii della Valle di Illasi - (come nel caso dell'opera donata dal figlio Sandro al Museo: "Paesaggio a Caldiero") -, Zenatello ha cantato gli amati animali da cortile, i pomposi tacchini, la tenerezza dei pulcini e dei bambini che "... venivano da lui sottratti, per miracolo dell'arte, alla rapina del tempo ed offerti con religioso sentimento agli occhi di chi gira per il mondo per coglierne la immortale bellezza".