Fin da bambino Achille Beltrame (nato nel 1871 da quel Giambattista, artigiano della concia ad Arzignano, che avviò ben otto figli a prestigiose occupazioni professionali) rivelò una spiccata inclinazione per il disegno e la pittura tanto da convincere i genitori ad iscriverlo all'Accademia di Brera. Uscito dall'Accademia nel 1892, un viaggio nel Montenegro fu determinante per la sua carriera. Conobbe, infatti, lo scultore Edoardo Ximenes che lo esortò a collaborare con giornali inviando schizzi e impressioni di viaggio. Bufera di neve nel Montenegro fu la prima delle 4662 tavole che Beltrame realizzò per la "Domenica del Corriere", settimanale che veniva offerto ai lettori del "Corriere della sera". Quelle immagini colorate, affascinanti e sobrie furono per i lettori italiani qualcosa di rivoluzionario che segnò profondamente il costume nazionale.
Come pittore, di ispirazione e d'impianto verista, la sua fama resta limitata, nonostante abbia partecipato alla Biennale Internazionale d'Arte di Venezia nel 1912 e a quella del 1924, e a numerose altre personali. Nella produzione pittorica - nota la critica - il suo realismo, dai primi anni del Novecento in avanti, lascia il posto ad un vedutismo più sintetico, di pronunciata impronta lirico-emotiva, dove alla "veduta" si sostituisce lo stato d'animo come accade nei paesaggi campestri e lacustri della Lombardia e del Veneto o nelle marine e nei borghi della Liguria (come nell'opera posseduta dal Museo).
Beltrame morì a Milano nel 1945.