Marco Novati è nato a Venezia il 20 Maggio 1895. La sua formazione, se si esclude l'apprendistato presso lo studio del pittore Emilio Paggiaro tra il 1919 ed il 1921, avviene come autodidatta. I numerosi viaggi giovanili all'estero (a Mosca, a Parigi, a Losanna, a Monaco di Baviera) e la frequenza di Palazzo Carminati dov'erano gli studi dell'Opera Bevilacqua La Masa e dove lavoravano i vari Ravenna, Bergamini, Seibezzi, Mori, Da Venezia completano l'itinerario di maturazione artistica.
Da segnalare la partecipazione alla Biennale internazionale di Venezia, ininterrottamente dal 1928 al 1956, anche con mostre personali; alla Quadriennale di Roma dal 1931 al 1958; alla Mostra "Quattrocento pitture di otto secoli" al Palazzo Reale a Venezia nel 1947; alla mostra "Arte moderna in Italia 1915-1935" a Palazzo Strozzi a Firenze nel 1967. Muore il 24 Luglio 1975.
Dissoltasi all'inizio degli anni Venti l'esperienza dell'avanguardia capesarina, Marco Novati intraprende un percorso autonomo nella pittura veneziana tra le due guerre, lontano sia dalla restaurazione accademica che prende fiato, sia dalla pittura anticonformista della seconda generazione della Scuola di Burano. Fortemente influenzata più dal dramma del fallimento dell'azienda paterna che non dalla frizzante stenografia impressionista di un Seibezzi, la pittura di Novati si colora di un cupo realismo che predilige il mondo dei popolani, dei derelitti, della povera gente, delle contraddizioni della società. La sua produzione si differenzia, secondo Paolo Rizzi, dal filone ottocentesco della pittura veristico-bozzettistica per riferirsi, piuttosto, alla grande tradizione del realismo europeo dei Frans Hals, degli olandesi e tedeschi del Seicento, fino a Rembrandt, Courbet e Grosz.
Il quadro esposto al Museo rappresenta uno dei temi più ricorrenti nella pittura di Novati che è quello dei vecchi all'osteria. Attori di una storia di solitudine e di delusioni, essi sono descritti a toni cupi, senza compiacimenti formali, mai sfociando nel pietismo ma cercando, piuttosto, una compartecipe solidarietà.